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domenica 15 gennaio 2017

Intervista e recensione nel blog "leggererecensire"


Intervista e recensione nel blog leggererecensire



https://leggererecensire.wordpress.com/2017/01/10/recensione-le-ossessioni-del-pinguino-di-massimiliano-ardino/

RECENSIONE – Le ossessioni del pinguino di Massimiliano Ardino


Titolo: Le ossessioni del pinguino
Autore: Massimiliano Ardino
Editore: Self publishing

Sinossi.
Un uomo ossessionato da tutto ciò che gli altri giudicano immorale. Storie di sesso e a volte di amore si intrecciano in un’unica tela! Chi siamo noi e chi decide per noi come vivere? A cosa ci porta essere noi stessi? Insieme scopriremo quali sono i desideri e le ossessioni di Matt.c1e3inyxcausd0t

“La mia mente vaga ora per viali ancestrali di puntini bianchi danzanti, una melodia interiore mi culla e mi sento preso da una vorticosa speranza d’immortalità.”
Recensione.
Matt è un uomo come molti, ossessionato dalle forme femminili e dal calcio. Vive la sua vita tra casa, lavoro e streep tees, più qualche ricordo che non riesce a togliersi di dosso.
Staremo con lui in un relazione con una donna pronta a tenerlo al guinzaglio, rendendoci poi conto che Matt è tenuto a questo guinzaglio, a questa catena, non da una donna, ma dal sesso stesso, e non importa con chi! Lo accompagneremo in una vita fatta di abitudini e routine, che però alle volte ci aiuta a non pensare alle nostre manie e preoccupazioni. Per trovare l’amore dobbiamo cercarlo nelle persone simili a noi, o è forse solo un ricordo di chi abbiamo voluto un tempo e soprattutto di quello che noi volevamo essere?
“Piango per lei, piango per rispetto alla sua vita sacrificata per la mia, piango perché forse una lacrima potrà affondare nel terreno ed arrivare sino a lei, che forse ora è parte del tutto, di questa terra, di questo vento che soffia lieve, di questo cielo che sta diventando sempre più scuro.”
Questo libro non parla solo di sesso, donne e amici, come può sembrare inizialmente. Racconta di un dolore che tutti noi proviamo, racconta i rifiuti di una società preimpostata e di cui anche noi facciamo parte. Ti lascia con la speranza dell’amore, per poi sputarti in faccia la realtà.
La lettura è stata davvero molto scorrevole e semplice da capire. Sebbene la sua punteggiatura, o meglio il suo “punto e a capo” mi abbia lasciata un po’ titubante a inizio libro, devo dire che poi, in realtà, mi ha fatto entrare molto in sintonia con il protagonista di questa storia, non troppo lontana dalla realtà che noi tutti viviamo.
Voi cosa ne pensate? A me questo libro non è dispiaciuto affatto, sebbene non sia il mio genere è riuscito comunque a entrarmi dentro tanto da farmi affezionare a certi personaggi, che però non voglio svelarvi.
A presto, con una piccola intervista fatta a Massimiliano Ardino.
Ardath – Tanya.





/https://leggererecensire.wordpress.com/2017/01/12/intervista-a-massimiliano-ardino-autore-de-le-ossessioni-del-pinguino/

INTERVISTA a Massimiliano Ardino autore de Le ossessioni del pinguino.


Oggi ho il piacere di parlare con un autore che mi ha colpito davvero moltissimo. Ho appena finito di leggere il suo libro, Le ossessioni del pinguino, e mi ha entusiasmata parecchio. Qui la mia recensione: Recensione Le ossessioni del pinguino.
Vi presento Massimiliano Ardino, Max per gli amici.
Ciao Massimiliano, spero tu sia felice di conoscere tutti gli amici del blog. Vuoi raccontarci qualcosa su di te?
Ciao Tanya. Felicissimo di questa intervista e di entrare in contatto con gli amici del blog.
Cosa dire di me? Mi chiamo Massimiliano, sono nato nel 1974 a Milano – dove vivo – da mamma milanese e papà originario di un paesino sulla sponda calabra dello Stretto di Messina, Cannitello, vicino a Villa San Giovanni, non a caso i due luoghi in cui si svolge il mio romanzo.
Ho un vita molto fortunata, coronata da una splendida famiglia e da un lavoro che mi piace, quello di direttore del personale.
La scrittura è rimasta per molto tempo il mio sogno, con questo libro l’ho realizzato.
Di cosa parla il tuo libro “Le ossessioni del pinguino”?
Parla di legami, ma intesi come guinzagli, quelle cose che sembrano lasciarti qualche metro di libertà, ma in realtà ti tengono legati a loro. Ne ho individuati 10 e ho voluto che il personaggio del mio libro li percorresse in un viaggio, che per lui è stato soprattutto mentale. Sono partito dal lavoro, per passare all’amore, poi alcool, sesso, denaro, verità, paura dell’oblio, ricordi, solitudine, per terminare con il guinzaglio meno visibile, quello della felicità.
Chi è Matt? È un personaggio di fantasia o hai preso spunto da qualcuno che conosci?
Matt – e la cosa vale anche per gli altri personaggi del mio libro – non è una persona reale, ma la sintesi, a tratti grottesca, di diverse persone che ho conosciuto nella mia vita e anche di quei tanti “io” nascosti che la mia mente crea. Credo che ogni individuo sia composto da tanti “io”, alcuni sono socialmente accettati, altri invece li teniamo nascosti, ci fa persino paura ammettere che esistano. Ho voluto raccontare anche di loro.
Da dove è arrivata l’idea per questo libro?
Dalla curiosità verso i comportamenti umani. Lasciami scomodare il grande Charles Bukowski e il suo celebra aforisma: “la gente è il più grande spettacolo del mondo, e non si deve neppure pagare il biglietto”.
Perché proprio un libro di questo genere?
La mia più grande difficoltà è definire di quale genere sia il libro. Non mi piace catalogarlo, anche se mi hanno detto che se si definisce un libro “romanzo rosa” vende il triplo … E’ un libro che mi appartiene, ho dato tutto nello scriverlo e sono felice di condividerlo con chi avrà il piacere di leggerlo. Ho messo su carta quello che avevo da dire.
Nel tuo libro descrivi gli uomini in modo molto aggressivo. Pensi che nella vita reale siano davvero così come li hai descritti?
Nel libro evidenzio le risposte del protagonista a determinate situazioni della vita. Ho voluto stressare alcuni concetti, ho immaginato in particolare il protagonista in balia delle sue stesse reazioni agli eventi. Al di là di alcuni episodi limitati, nel libro non c’è aggressività “gratuita”, c’è una incapacità di reagire in maniera corretta a situazioni difficili.
Ad eccezione di una minoranza, non credo affatto che gli uomini siano aggressivi, penso che talvolta, quando si trovano in difficoltà, gli esseri umani non siano in grado di reagire nella maniera giusta.
Anche le donne sono state descritte in un determinato modo. Cosa pensi degli uomini che trattano le donne solo come oggetto?
Ne penso malissimo. Così come ho una pessima opinione di chiunque prevarichi l’altro, si tratti di uomini o di donne, sia che usino la violenza fisica, sia che utilizzino quella psicologica. Come dicevo prima ho voluto condurre il protagonista in alcune situazioni al limite, ma senza giudicarlo mai, né creandogli alibi. Il protagonista è un essere umano, con i suoi pregi e i suoi difetti. Scrivendo di lui ho imparato a volergli bene, nonostante tutti i suoi difetti. Anzi, forse gli voglio bene proprio perché non ha paura dei suoi difetti.
C’è un momento particolare della giornata in cui preferisci scrivere?
Ho un lavoro che mi impegna molte ore al giorno, una splendida famiglia che merita attenzione e con la quale adoro passare il mio tempo, più che preferenze non ho alternative: devo rubare tempo al sonno per la scrittura!
Nel momento in cui scrivi, pensi molto al parere dei tuoi futuri lettori?
No, per nulla. Risposta non furba per attirare potenziali lettori? Però è così, questo romanzo l’ho scritto perché era un mio desiderio, quasi un mio bisogno farlo, solo poi ho deciso di pubblicarlo ed è stata quella la parte più faticosa, decidere di condividerlo con altri. L’ho fatto inizialmente con un po’ di timore, con una riscoperta timidezza nel mostrarmi.
Ora però già penso a scriverne un altro, ma sempre senza inseguire il “mercato”; voglio continuare a raccontare ciò che ho dentro, ciò che conosco, quando non avrò più nulla da raccontare smetterò di scrivere.
Hai mai pensato di mollare tutto?
In realtà l’ho fatto più volte. Dal primo paragrafo, poi rivisto, all’ultimo, sono passati quasi 10 anni, momenti di scrittura intervallati da lunghe pause. Tutte le volte però tornavo a sentire l’esigenza di scrivere e pensavo al mio romanzo come ad un qualcosa che mi avrebbe completato in primis come essere umano. Ora sono davvero contento che altri possano leggerlo.
Bene, e per finire, puoi dirmi tre aggettivi per descrivere il tuo libro?
Non posso risponderti. Il mio ego non prevede aggettivi negativi per la mia creatura e la mia testa mi dice di non esagerare con aggettivi esaltanti.
Ti ringrazio davvero tantissimo per questa intervista.
Ti auguro una buona giornata e aspetto elettrizzata un tuo prossimo libro.
Ardath -Tanya.


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